Pergolese - Porto D´Ascoli : 3-0
07-01-2016 09:11 -
Porto d’Ascoli: Cinaglia, Donzelli (al 74’ Palmarini), Leopardi; Angelini, Ciotti, Sensi; Cingolani, Tedeschi, Croci (al 46’ Gabrielli), Bolzan (al 58’ Rosa), Nepa. A disposizione: Capriotti, Corradetti, Tarli, Cappelli. All. Filippini.
Arbitro: D’Ascanio di Ancona (Petricciuolo di Ancona e Bellegra di Fermo)
Reti: 12’ Cinotti (rig.), 29’- 51’ Carbonari
Espulsi: 12’ Nepa.
Note: ammoniti Rosa e Sensi. Spettatori 150
Prima giornata di ritorno da dimenticare per il Porto d’Ascoli che rimane dentro gli spogliatoi lasciando campo libero ad una Pergolese determinata a trattenere in casa l´intera posta. Campo pesante e imbiancato dalla neve che scende copiosa dal primo minuto di gioco. Difficile giocare in queste condizioni ma come detto prima la Pergolese ci mette l´anima e parte a spron battuto. Al 9’ Carbonari di testa sfiora l´incrocio, poi al 12’ lo stesso si incunea al centro dell´ area e viene atterrato da Nepa. Fallo da ultimo uomo, rigore ed espulsione. Sul dischetto si presenta Cinotti che spiazza Cinaglia e porta in vantaggio la sua squadra. Ci si aspetta una reazione degli ospiti invece è ancora la Pergolese che fa la partita. È sempre Carbonari che ci prova al 23’con la palla che esce di poco. Al 29’ dagli sviluppi sull´ennesimo calcio d´angolo la palla giunge al solitario Carbonari che non ha difficoltà a battere Cinaglia. Il primo tempo si chiude con 12 calci d´angolo a 0 per la Pergolese. Filippini prova a cambiare qualcosa, dentro Gabrielli per Croci, ma la musica non cambia. Al 6’ sempre da calcio d´angolo c’è un batti e ribatti con l’estremo biancoceleste che smanaccia una palla velenosa. La stessa però cade sui piedi dell’onnipresente Carbonari che gonfia la rete portando a tre il conto per i padroni di casa. Da qui alla fine altre due occasioni per la Pergolese con Carbonari e Anastasi. Giornata da dimenticare dunque per i biancoazzurri che non hanno mai effettuato un tiro in porta e con zero calci d´angolo contro i 16 della formazione avversaria.
Fonte: Carlo Di Giovanni